Collaborare, condividere, comunicare. Questi sono i semplici ingredienti che fanno di un gruppo di lavoro un team.
Collaborare significa soprattutto esporsi, chiedere, e rispondere. Non temere gli inevitabili screzi, ed essere pronti ad ascoltare.
Condividere significa rendere il resto del team partecipe di successi e sconfitte, sfruttare le doti e i difetti di ciascuno, allargare il gruppo decisore.
Comunicare è forse il termine più complesso, ed implica il coraggio di cedere conoscenza e competenze in cambio delle conoscenze e competenze altrui. E’ un atto di fiducia e di coraggio. Ma comunicare significa anche pubblicare e pubblicizzare il proprio operato, farsi marketers di sé stessi e del proprio lavoro. L’espressione anglofona è “working out loud”, lavorare ad alta voce. L’obiettivo è duplice: da unlato dimostrarsi consapevoli del proprio lavoro, dall’altro rendere i colleghi parimenti consapevoli, e soprattutto dare al team la possibilità di cumulare nozioni ed esperienze, impedendo la peggiore delle forme di entropia: il “rifare da capo”.
Collaborare, condividere, comunicare, quindi. Questi tre elementi, che potrei chiamare C-attive, o C-causa rendono possibile l’emergere dei fattori C-effetto o C-passive: crescere, conoscere, comprendere.
Crescere da un punto di vista professionale e personale, ampliando le proprie competenze soft e la propria abilità nell’applicare le c-attive.
Conoscere una maggiore quantità di informazioni, dati, relazioni, con la possibilità così di Comprendere le interazioni, le visioni le finalità ultime del proprio lavoro quotidiano.
E tutto questo con un fine solo: Creare.
Creare empatia, innovazione. Creare partecipazione e curiosità. Creare, semplicemente, un team.
p52fo5
vm95bd
c405q9
Pingback: Team working: le C-abilitanti | Enterprise UnchainedEnterprise Unchained